Chi?

La mia foto
Namur, Belgium
Gattofila, razionalmente disordinata, ossessivo-compulsiva part-time.

martedì 15 marzo 2016

Cose a cui non mi sto abituando

Lo spirito di adattamento è stato fondamentale per l'evoluzione ma soprattutto per la sopravvivenza della nostra specie su questo pianeta. È ciò che ci ha permesso, per esempio, di colonizzare territori che presentano diversissime situazioni ambientali e diffonderci un po' per tutto il globo: dai ghiacci al deserto, dalle montagne alle pianure... da Roma a Namur.
Nonostante questa naturale tendenza ad abituarsi a nuove condizioni abbia già funzionato per alcuni aspetti, ci sono alcune cose che continuo a registrare come strane, e che dubito (e spero non) diventeranno mai parte della mia routine.

La pasta a mangiar via
Il rapporto dei Belgi col cibo è... strano.
Dal proliferare di ristoranti di varia natura (si va dalle tapas al sushi, passando per il thai, il greco, l'immancabile decina di italiani...) una si convincerebbe del fatto che i Belgi adorino mangiare; d'altra parte è ovvio che lo facciano in modo e maniera quantomeno discutibili.
Un esempio su tutti: la pasta a portar via. O meglio, a mangiar via.
Viene venduta una porzione in questi contenitori da asporto, che qualcuno acquista per poi tornare nel proprio ufficio o nelle sale comuni per mangiarla. Molti altri, la mangiano per strada mentre camminano. Questo trattamento poco rispettoso (nei confronti del cibo, s'intende) che noi riserviamo ad un gelato o al massimo ad un pezzo di pizza, loro lo elargiscono senza pietà alla pasta.
Che poi, "pasta".

Scotta come per noi è inimmaginabile (ma davvero, si vede che è scotta, anche da lontano), nel tentativo di darle un corpo viene sommersa da sughi misteriosi, e chiaramente liquidi: mano a mano che si scende verso il fondo del contenitore, la gustosissima pasta si trasforma in una zuppa. Ho visto gente bere dalla ciotola il sugo rimasto sul fondo, così come io farei (ma non faccio) con il brodo della minestra o il sughetto dell'insalata di pomodori.


(se non sapete chi è, vi manca un
grande capitolo degli anni 2000)

E a proposito di insalata di pomodori...
Le verdure che sanno di nulla
Ho scritto insalata di pomodori e mi è venuta la bavetta alla bocca.
La prima volta che sono andata a fare la spesa in modo serio e completo, tra le varie verdure ho deciso di comprare anche dei pomodori "per quelle volte in cui non mi va di cuocere anche il contorno". Ci ho provato una volta, e poi addio: l'unico modo per farli sapere di qualcosa da crudi è sommergerli con una quantità tale di sale da far venire un attacco di alta pressione anche a me, Miss 110/60. E quindi alla fine si cuociono anche quelli.
La notte sogno cofanate di verdura cruda gustosa.
[Unica eccezione di crudités ammessa: le carote. Ma solo perché vengono copiosamente intinte nell'hummus.]

I treni
Noi italiani abbiamo forse molti preconcetti sul resto d'Europa: se tanti pensano che più bella cosa d'Italia non c'è, molti sono convinti che all'estero funzioni tutto meglio.
Signori, il sistema ferroviario belga è riuscito nell'impresa di farmi rimpiangere Trenitalia & Co.
Apparentemente, lo sport nazionale qui è il "cancella il treno": la spensieratezza con cui appare quella scrittina rossa che ti preannuncia il tuo destino di attesa del prossimo treno è leggendaria. E non è che succede solo in orari di punta, in cui ci sono molte alternative, no! Capita anche la sera, quando c'è un treno ogni mezzora e rischi di stare ad aspettare per quasi un'ora in stazione.
I treni in ritardo, poi, non si contano.
Dei cambi di binario all'ultimo momento non parliamo: "Il treno per Bruxelles-Midi arriverà al binario 1. No 2. Aspetta, al 3. STELLA! Mara ti ho visto, torna fuori dalla stazione!".
Il rodimentimetro a volte registra picchi mai visti altrove.

I bagni dell'università
Oh che cosa divertente!
Molti dei bagni qui all'università sono unisex. La prima volta che sono entrata, mesi fa, mi ha colpito come, oltre ai classici tre bagni con porta, facesse sfoggio della propria presenza anche una fila di orinatoi. "Saranno retaggio di tempi antichi".
Ecco, no.
Alcuni dei ragazzi scelgono coscientemente di utilizzare quelli piuttosto che i bagni dotati di quella piccola ma significativa differenza che è la privacy mia e tua Santo Cielo porta. Per cui una va tranquillamente in bagno e si trova a salutare quello dell'ufficio accanto che, pacioso, è lì che fa pipì: considerando la quantità di volte in cui mi reco in bagno al giorno, notoriamente intorno alla decina, capiamo come è facile che mi capitino spesso situazioni del genere.
Che poi io neanche sono una che si scandalizza facilmente, ma visto che l'alternativa c'è...


... sono riusciti a farmi rimpiangere Trenitalia...

Nessun commento:

Posta un commento