Chi?

La mia foto
Namur, Belgium
Gattofila, razionalmente disordinata, ossessivo-compulsiva part-time.

giovedì 2 giugno 2016

May pills


"Non scrivi più."
Eh, si, lo so che non pubblico più da un po'. Ho anche cominciato a scriverlo, qualche post: ho bozze mezze smangiucchiate sparse su blogger, evernote, su carta, ma la verità è che spesso altro non erano che un flusso di coscienza sconclusionato e troppo personale. Ho già fatto questo errore in passato, quindi credo di essere ipersensibile alla problematica del "è troppo?": forse scambio il profondo col personale, forse le due cose sono inseparabili, forse ero semplicemente poco ispirata.
E sì che ce ne sono state di cose da scrivere! Anzi, riassumiamo un attimo Maggio.


Ci sono stati Madre e Padre: hanno beccato i migliori quattro giorni che abbia mai visto qui a Namur, con sole splendente e festival di arti circensi. Ho trascorso quattro giorni a dire "che culo che avete".
Ci sono state lauree, ma a casa: la lista delle cose che sto perdendo si allunga inesorabilmente, e averlo saputo fin dall'inizio non aiuta.
C'è stato un weekend lungo di vera primavera in Inghilterra, con un sole pallido ma splendente e un'esplosione di verde e fiori da stringere il cuore.

Ci sono stati giorni brutti e tristi e pesanti, di quelli che ti fanno porre molte domande che spaventano, figuriamoci le risposte.
C'è stata Parigi, di nuovo: vino, formaggi, calore umano e il lusso di lasciar perdere i posti turistici e godersi la città, perché tanto hai già visto le cose più importanti e l'ansia da turista perfetto l'hai lasciata a casa. E poi hai la poco vaga sensazione che ci tornerai "presto".
C'è lo sciopero del sistema ferroviario che ormai va avanti da una settimana quasi ininterrottamente, ma solo in Vallonia:

Il Paese è quindi bloccato, ma solo per metà. Un po' fa ridere, ma solo un po', soprattutto quando non hai mezzi alternativi e l'incognita è "tornerò a casa?". Magari di domenica notte, con la sveglia il giorno dopo alle 6:00.
Ci sono stati workshop intensi, prima a Namur e poi a Liegi, di quelli che quando esci hai il cervello annebbiato per la concentrazione e vaghi come uno zombie. Soprattutto se ti svegli ad un'ora indecente per questo cavolo di sciopero dei treni.
C'è quest'insonnia che non è una vera e propria insonnia: è più voglia di non andare a dormire (direi ad Ambrogio dei Ferrero Rocher). Nonostante la stanchezza ed il bisogno di riposo, per giorni di fila dormo cinque, massimo sei ore perché prima delle due non c'è verso di appoggiare la testa sul cuscino. E che fai nel frattempo? Niente di produttivo, generalmente. E tuttavia mi è proprio difficile decidere che ora basta, si dorme.

Di molti di questi fatti avevo iniziato a scrivere ma no, non ho partorito niente che valesse la pena. Però ecco, non vi preoccupate. È solo che sono successe molte cose.

Nessun commento:

Posta un commento