Chi?

La mia foto
Namur, Belgium
Gattofila, razionalmente disordinata, ossessivo-compulsiva part-time.

sabato 6 maggio 2017

Il lusso nel viaggiare.

Se qualche anno fa qualcuno mi avesse detto che avrei vissuto all'estero, viaggiato abbastanza spesso per vedere posti nuovi, studiato per il Dottorato, avuto una relazione a distanza e per questo viaggiato molto spesso (ma senza posti nuovi), imparato una nuova lingua (ok, ci stiamo ancora un po' lavorando), etc etc, sarei stata sbalordita. E poi molto contenta ma incredula, perché ad un certo punto la mia vita stava prendendo tutta un'altra piega e comunque non avrei mai considerato certe possibilità. Però l'idea di essere sempre pronta a partire con lo zaino in spalla ha sempre avuto un certo fascino, per cui per quanto implausibile allora, mi ci sarei potuta immaginare tranquillamente.
Poi le cose sono molto cambiate, io sono molto cambiata, tutto è molto cambiato, la coda è molto cambi* ed eccomi qua, a farlo davvero.

Quella che la me di allora non avrebbe sicuramente immaginato è l'aspetto pratico di cosa voglia dire davvero il partire spesso con lo zaino in spalla. E una delle implicazioni è l'impegno in termini di tempo, energie e denaro. L'oculato uso di quest'ultimo, in particolare, determina moltissimo la qualità del viaggio (ovvietà per tutti quest'oggi!) e d'altronde per come sono stata cresciuta e per una buona manciata di senso pratico, tendo a scegliere l'opzione con meno fronzoli e più risparmio possibili, anche quando potrei permettermi di spendere un qualcosa in più. L'idea di base è che se mi spostassi un numero limitato di volte, quei venti o trenta euro in più non farebbero molto la differenza, ma parlando di decine di viaggi all'anno, il risparmio alla fine è considerevole.
Questo tipo di ragionamento si applica in particolar modo quando sono sul punto di prenotare un aereo: che ve lo dico a fa', Ryanair è una filosofia di vita**.
L'aspetto positivo di Ryanair è ovviamente il costo contenuto, che permette di muoversi a volte a prezzi ridicoli: l'anno scorso per Pasqua sono tornata a casa con 35 euro, a/r. Trentacinque euro.
L'aspetto negativo è... principalmente tutto il resto. Neanche più la puntualità è una garanzia, tra me e G. abbiamo collezionato ore di ritardo che se fosse una raccolta punti avremmo già ricevuto il set di pentole (aggiungendo, ovviamente, un piccolo contributo di 49,99 euro).
Il volo in sé, per quanto mi riguarda, è tremendo. Io ho la fortuna di addormentarmi facilmente in aereo, soprattutto ma non solo quando sono sul lato finestrino, e questo mi permette di evitare: vendite di panini caldi e patatine fritte (...), bibite fresche e snack; pubblicità a prodotti del duty free che eccezionalmente per oggi (e uno!) sono a tal prezzo vantaggioso; vendita di gratta e vinci il cui ricavato è devoluto in beneficenza che eccezionalmente per oggi (e due!) si possono acquistare al prezzo di 10 euro per 14 biglietti. D'altronde dormire non mi salva dal destino dello spazio minimo legale per le gambe: io normalmente viaggio per un paio d'ore ed è sostenibile, ma già quella volta che facemmo Roma-Oslo cominciavo ad innervosirmi intensamente per via del fastidio.
Gli aeroporti che normalmente si attraversano viaggiando Ryanair, poi, sono piuttosto deprimenti: dopo aver raggiunto 'sta landa desolata e lontana***, ci si ritrova in aeroporti piccoli, con due negozi in croce, pochi spazi per sedersi durante l'attesa, poche e discutibili opzioni per mangiare. Cerco di evitare il più possibile di mangiare in aeroporto, per questioni di gusto e, di nuovo, economiche, ma a volte è inevitabile. Nonostante la fame da lupi con la quale spesso mi ritrovo in queste situazioni, le possibilità per mangiare non stimolano di certo l'appetito; l'ultima volta che sono passata da Charleroi ho scelto il meno peggio, polpette al sugo e patatine fritte: lo so che immagine vi si è formata nella vostra testa, perché è la stessa che è affissa a "rappresentazione" nel menù da cui si può scegliere, ma è stato uno di quei casi di pubblicità ingannevole. Io che di solito fagocito il cibo, l'ho finito giusto perché non c'era altro. Pur di allontanare da me parte del calice, me ne sono rovesciata un po' addosso (true story, sono tornata a casa con una bella macchia rossa. Sulla camicia bianca.).

Voi starete leggendo e vi chiederete: ma questa, ma cosa vuole? Scrive un post intero per lamentarsi?
Chiariamo: sia ringraziata Ryanair e la possibilità che ci dà di viaggiare a poco, e di tenerci uniti (io e G., io e casa, casa e G., io e G. e casa). Solo che lo scorso weekend a differenza del solito Eurostar, per andare in Inghilterra ho preso l'aereo, e ho volato con British Airlines: al ritorno sono arrivata con largo anticipo al leggendario Terminal 5 di Heathrow, e ho avuto tempo di girarmelo un po'. Per cui sono ancora in quella fase "come potrebbe sempre essere VS come è di solito in realtà", ma mo' mi passa. Che ve lo dico a fa': a parte il negozio ufficiale di Harry Potter (sono uscita di corsa per salvare lo stipendio), era tutto un fiorire di negozi d'alta moda e di numerosi ristoranti più o meno cari.
E alla fine, io so' una ragazza semplice. Altro che Dior e Prada, il vero lusso è poter aspettare il volo così:



Yakisoba 1 - "polpette" 0.



* Colta la citazione?

** C'è anche da dire che a Roma l'aeroporto che serve Ryanair (a parte qualche volo particolare) è anche quello più vicino a casa: ha senso quindi che io atterri lì, e quindi devolva il mio danaro agli amici irlandesi, a prescindere dal minor costo.
** Di nuovo, in realtà Charleroi non è poi così più distante da Namur di Zaventem. Ma i collegamenti non sono così frequenti, ecco.

Nessun commento:

Posta un commento